Notizie Storiche

Scritto il 24/09/2015
da GrowApp S.r.l.


Molte delle informazioni in nostro possesso, circa il sito di Pantalica, provengono dalle importantissime campagne di scavo promesse tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 da Paolo Orsi e poi, intorno agli anni ‘50 del ‘900 da Luigi Bernabò Brea.

Situato tra due grandi cave, lungo le quali scorrono rispettivamente, a nord il fiume Calcinara (o Bottiglieria) ed a sud il fiume Anapo che, confluendo, danno origine ad est ad un unico corso d’acqua, nei monti Iblei, il sito Pantalica (il cui nome pare essere una derivazione dall’arabo: Buntarigah, che significa grotte) è considerato tra i primi luoghi abitati della Sicilia Orientale, dove, probabilmente tra 1250 e il 700 a.C., si sviluppò una sorta di stato monarchico autoctono.

Le origini di Pantalica non sono ancora note, nonostante già dal XVI secolo si tendesse ad identificare il sito con mitici luoghi abitati dai Siculi come, per esempio, Erbesso o, ancora, Hybla.

Certamente la grande civiltà indigena venne distrutta dai conquistatori greci e solo l’immensa e importantissima necropoli, che conta circa cinquemila tombe, ci rende testimonianza delle dimensioni del complesso.

Le notizie circa la Pantalica greca sono, in realtà, inferiori a quelle del periodo protostorico, probabilmente in quanto il sito cominciava a diventare zona periferica della città di Siracusa o di altre poleis mentre un nuovo ripopolamento del sito si ebbe a causa delle persecuzioni romane, quando alcuni gruppi di cristiani si stanziarono nella zona.

Nel periodo della dominazione bizantina (cominciata probabilmente attorno al VI secolo), Pantalica vide la fondazione non solo di villaggi (come quello denominato “la Cavetta”), che hanno sfruttato e ampliato le grotte delle necropoli preesistenti, e si sono sviluppati spesso attorno a chiesette rupestri (la grotta del Crocifisso, la grotta di San Micidiario, la grotta di San Nicolicchio), ma anche l’insediamento di una legione militare.

Tale rinascita del sito, così come succede per le altre realtà rupestri siciliane e non solo, vede un ripopolamento della zona sotto la dominazione araba (IX sec.) e, quindi, un lento abbandono del sito con la fine di questa fase nell’Isola.

Le notizie relative ai tempi e ai modi dell’occupazione araba sono praticamente inesistenti, così come quelle circa il tipo di vita che si svolgeva nelle comunità rupestri nel periodo di questa dominazione.

Riguardo al periodo normanno, l’unica fonte degna di fede è quella del cronista Goffredo Malaterra che nel 1092 afferma che c’era una comunità araba nel sito di “Pentargia” e, accanto a questa può essere presa in considerazione una Bolla di Urbano II del 1093 che cita, tra le città della diocesi di Siracusa anche “Pantegra”